Programma politico

Montagna Viva

Programma politico

Ecco alcuni obiettivi prioritari che potranno essere realizzati con la collaborazione tangibile dei Partiti presenti in Parlamento: 
Istituire il Dipartimento “Montagna”, per una maggiore e nuova attenzione a oltre l’80% del territorio cantonale: piattaforma di coordinazione interdipartimentale delle legislazioni per la “montagna”, per uniformare i servizi mirati ora suddivisi tra i vari Dipartimenti, armonizzare le attività, le azioni e le attenzioni per le zone periferiche e di montagna. 

Realizzare il “Moltiplicatore comunale uniformato” fissato al 80%. Creare allo stesso tempo un fondo di solidarietà e di compensazione intercomunale alimentato con i proventi dei Comuni benestanti con un moltiplicatore inferiore all’80%. 

Salvare le Scuole (infanzia e elementari) nelle periferie suburbane e nelle Valli. Ove necessario completare il numero necessario con allievi provenienti dalle zone limitrofe e urbane. 

Conservare i posti di lavoro pubblici nelle zone periferiche e decentralizzare servizi specifici creando opportunità di lavoro: basta con la centralizzazione dei servizi pubblici e gli smantellamenti di servizi cantonali nelle Valli! In quest’ambito va incluso la salvaguardia della sanità e gli Ospedali di Valle. Nel corso del quadriennio ogni Dipartimento decentralizzi un suo Servizio in una Valle del Ticino! 

Portare a conclusione lo “Studio 2017” di Agridea, sulle analisi strutturali per la messa in opera di misure di protezione delle greggi sugli alpeggi. L’approfondimento d’analisi del 70% degli alpeggi ticinesi non proteggibili va concluso al più presto. Implementare l’istituzione della figura del “Pastore” e organizzando corsi professionali per la loro. formazione presso il Centro del Verde di Mezzana. 

Condividere il varo di misure mirate, incisive e proattive per la gestione in essere dell’evoluzione senza controllo dei Grandi predatori (lupi, linci, orsi e sciacalli dorati). Grandi carnivori che stanno creando importanti danni agli allevatori e paura nella popolazione sia delle periferie e ora anche delle zone sub urbane e urbane. Questa situazione di allarme e di apprensione crea problemi anche al settore del turismo, dell’escursionismo e all’economia delle periferie. Non si tratta più di un problema che concerne solo il primario! 

Revisione della legislazione a sostegno del settore primario e delle aziende agricole di montagna in particolare. È urgente analizzare le condizioni di disagio personale e psicologico degli operatori del settore e attuare la diminuzione razionale dei carichi amministrativi. È necessario rivedere la politica dell’erogazione dei “prestiti agricoli” diminuendo, in collaborazione con la Banca dello Stato, gli oneri per interessi e ammortamenti che opprimono gli investimenti nel settore (prolungare per esempio il periodo dell’ammortamento dei crediti agricoli). 

Verificare l’inventario delle zone agricole SAC e assicurare la loro assoluta e inviolabile protezione (vedi caso zona Cresciano per le nuove Officine FFS!). 

Verificare l’impatto socio, economico e organizzativo nel territorio della problematica causata dalla recente revisione della Legge sul turismo. In particolare, l’impatto negativo delle Tasse turistiche sui letti freddi (pauschall case secondarie di proprietà). L’attuale applicazione poliziesca opprime numerose famiglie ticinesi che ritornano regolarmente e virtuosamente nei loro villaggi di origine e che porta anche a doppie inammissibili tassazioni della proprietà e del suo reddito. 

Sosteniamo il progetto di revisione della Legge cantonale sugli esercizi pubblici, che deve essere messa in vigore al più presto possibile. Così da rendere più agile e flessibile la legislazione e la regolamentazione dei permessi d’esercizio dei ritrovi pubblici, ristoranti di montagna, grotti e capanne. 

 Salvare, non solo a parole, i “rustici”, in particolar modo quelli fuori zona. Realizzare urgentemente una “sanatoria mirata” per gli abusi tollerati per decenni dall’Autorità cantonale, che si era assunta il compito esclusivo di gestione del settore. Compito che non ha mai saputo esercitare. 

 Si chiede l’applicazione immediata della moratoria dei 30 anni per le costruzioni cosiddette “abusive”, nel senso delle norme approvate dalle Camere federali a fine 2022. 

Far sì che il Cantone promuova un’iniziativa all’attenzione delle Camere federali per la modifica della Legge federale sul territorio, per adattarla alle nostre realtà ed esigenze territoriali, oggi equiparate alle aree d’oltralpe: le norme per i “fuori zona” sono oggi identiche per una grande fattoria dell’Oberland sangallese o bernese e i nostri minuscoli “rustici”! Dei nostri rustici, ce ne stanno una ventina in una di queste fattorie, ma le norme di riattazione sono identiche! 

Che siano varate iniziative a difesa e promozione del dialetto nelle scuole, nell’amministrazione e nella formazione degli adulti. Che sia valutata la richiesta della conoscenza del dialetto tra i requisiti richiesti nei bandi di concorsi per funzionari di ogni grado. 

Si adotti finalmente l’Abbonamento Arcobaleno a tariffa unica: zona urbana = a zona montana e la gratuità per i giovani sino ai 25 anni e per gli “over 65”. 

Sviluppare programmi concreti, con sostegni finanziari, per incentivare l’utilizzo delle energie rinnovabili (sole, vento, geotermia e del legno). Promuovere allo stesso tempo la posa di pannelli solari sui tetti piani di tutti i palazzi dell’Area urbana e delle pianure del Cantone e di non sacrificare aree alpine per questi usi. Accettabile è la posa di pannelli solari sulla superficie dei muri delle dighe o la formazione di zattere energetiche sugli specchi d’acqua relativi. 

Riabilitare le leggi a sostegno dell’artigianato tradizionale-artistico-contemporaneo del Ticino e riattivare il “Test rustici”, inteso a trasformarli in abitazioni secondarie da affittare ai fini turistici e/0 il loro utilizzo in nuove forme organizzate di “Alberghi diffusi”. 

Riportare l’ESERCITO nelle nostre Valli per i corsi di ripetizione e manovre puntuali: la loro presenza erano fonte di introiti tangibili per l’economia delle periferie e delle Valli, specialmente nelle stagioni problematiche di bassa stagione della primavera e dell’autunno. 

Unitamente alla collaborazione con le altre forze politiche chiediamo di invitare il Consiglio di Stato di voler organizzare periodicamente (semestralmente) le sue sedute settimanali fuori sede, scegliendo alternativamente una località delle nostre Valli e periferie: vivere e conoscere il Territorio e la sua gente. 

Search